Grisignano di Zocco (Poiana di Granfion)
Opere
Nuova stazione su Ostiglia-TrevisoNuova stazione su Milano-Venezia
Vecchia stazione su Milano-Venezia
Scarica la lista completa
Eventi della fermata
13/01/1846 - Inaugurazione stazione Poiana di Granfion e tratta Vicenza-Padova della Milano-Venezia02/11/1923 - Re Giorgio V del Regno Unito scende a Poiana di Granfion
08/07/1928 - Inaugurazione tratta Cologna Veneta-Grisignano di Zocco dell'Ostiglia-Treviso
05/04/1937 - Chiusura stazione Poiana di Granfion e apertura stazione Grisignano di Zocco
28/10/1941 - Apertura tratta Grisignano di Zocco-Treviso dell'Ostiglia-Treviso
08/09/1943 - Riduzione traffico treni passeggeri tratta Grisignano di Zocco-Treviso dell'Ostiglia-Treviso
20/10/1944 - Chiusura tratta Grisignano di Zocco-Treviso dell'Ostiglia-Treviso
01/01/1945 - Bombardati e mitragliati 15 carri in stazione
17/02/1945 - 16 bombe danneggiano 2 carri e binari in 4 punti diversi dello scalo
23/03/1945 - Bombardata l'area di deposito del materiale ferroviario di manutenzione
12/05/1959 - Dismissione tratta Grisignano di Zocco-Treviso dell'Ostiglia-Treviso
02/09/1967 - Chiusura tratta Cologna Veneta-Grisignano di Zocco
18/04/1984 - Dismissione definitiva tratta Cologna Veneta-Grisignano di Zocco
18/12/2016 - Soppressione definitiva DC e attivazione DCO e ACCM, modifica al SST-SCMT, attivazione SCC/M
Strutture presenti
STRUTTURE VECCHIA STAZIONE (POIANA)Fabbricato viaggiatori stile unico
Magazzino merci piccolo
Piano caricatore
Posto di blocco n°68
Marciapiede
Raccordo con fornace
Torre dell'acqua
Colonne idriche
Locale bagni
6 binari
STRUTTURE NUOVA STAZIONE (GRISIGNANO)
Fabbricato viaggiatori a 11 assi
Magazzino merci grande
Piano caricatore merci
Piano caricatore militare
Colonne idriche
Torre dell'acqua
7 binari
Sagoma limite di carico
Raccordo con fornace/asta di manovra
Raccordo con carpenterie metalliche
Raccordo con vetreria
Magazzino logistico
Pesa a ponte da 40 tonnellate
Locale bagni
Torri faro
Marciapiedi
Collegamenti con altre linee
1846-oggi - Ferrovia Milano-VeneziaBibliografia
Daniela Ottolitri - DA TREVISO A OSTIGLIA "Tutto treno e storia" (n°13, Aprile 2001)Ivo Beccegato - L'OSTIGLIA E DINTORNI: Dal Brenta al Bacchiglione (marzo 2019)
Aiuto alla ricerca
Scarica la lista completaLa fermata

- IGM Grisignano-Poiana
- fabbricato viaggiatori lato binari
- interno fabbricato viaggiatori
- casa cantoniera km 63+524,40
- casa cantoniera km 64+547,46
- casa cantoniera km 65+976,23
- casa cantoniera km 66+481,01
- casa cantoniera km 67+864,53
- casa cantoniera km 69+193,94
La ferrovia Ostiglia - Treviso attraversava il fiume Bacchiglione con un importante opera d'arte, fra le più di rilievo come impegno per la costruizione e bellezza archittetonica. Il ponte, avente una luce retta di 50 metri, era composto da una travata metallica a gabbia formata da 6 maglie portanti triangolari laterali, le cui travi erano piene in quelle relative ai puntoni di testata e a traliccio nelle maglie intermedie, nei punti di massimo carico. La travata, tramite gli apparecchi di appoggio fissi (lato Ostiglia) e con cuscinetti a rulli (lato Treviso) per la dilatazione termica, scaricava il proprio carico sui piani di appoggio in dura pietra di trachite delle spalle in muratura; previste con larghezza per l'appoggio di una seconda travata dal lato sinistro in direzione Treviso per l'eventuale raddoppio della linea. Le spalle presentavano 6 luci laterali (2 lato Ostiglia e 4 lato Treviso) formate da degli archi in mattoni a sesto ribassato di 8 metri di luce ciascuno. Il restante della struttura muraria era formato da conci rettangolari in pietra di trachite, eccetto i muretti di parapetto costruiti in mattoni.
Anche questo ponte fu oggetto di "visite" da parte dei cacciabombardieri alleati che tuttavia non riuscirono a colpirlo. La cronaca registra un'incursione sopra Colzé effettuata il 20 gennaio 1945 da alcuni P-47 del 57° gruppo che evidentemente avevano scelto il ponte come obiettivo. Inoltre la cronaca locale riporta un'azione di bombardamento su Colzé il 23 febbraio e un'altra il 2 marzo 1945. Dalle ancora vive testimonianze che si sono potute raccogliere presso i residenti del posto, all'epoca ancora dei ragazzini, si apprende che esso fu minato dai genieri tedeschi nella loro ritirata. Ma ormai le scarse scorte di esplosivo di cui disponevano i germanici, risultarono inadeguate per abbattere un ponte metallico. Fatte brillare le cariche, si constatò un leggero spostamento delle travature sui rulli d'appoggio e nulla di più. Almeno questo ponte rimase praticamente intatto dopo essere stato risparmiato dall'aviazione alleata.
In merito ad una delle incursione dei P-47, vi è il ricordo di un aereo proveniente da ovest che sganciò due bombe, una delle quali esplose sulla massicciata, l'altra invece non si attivò e c'è da ritenere che sia rimasta ancora sepolta nel terreno o sia stata recuperata e resa innocua. Di ciò fu testimone oculare il ragazzino della vicina fattoria, che, vinto dalla curiosità di assistere al bombardamento aereo, e quando mai si sarebbe ripresentato un evento così straordinario?, non entrò subito nel rifugio che era stato costruito presso la casa colonica e rimase per un po' all'ingresso, fornendo così ora questa preziosa testimonianza. I P-47 Thunderbolt potevano portare due bombe da 500 libbre ancorate su due piloni subalari sotto le semiali. Disponevano anche di un serbatorio ventrale supplementare di carburante che, venendo normalmente sganciato quand'era vuoto (o prima di ingaggiare uno scontro aereo per alleggerirsi), poteva essere scambiato per una bomba.
Anche questo ponte fu oggetto di "visite" da parte dei cacciabombardieri alleati che tuttavia non riuscirono a colpirlo. La cronaca registra un'incursione sopra Colzé effettuata il 20 gennaio 1945 da alcuni P-47 del 57° gruppo che evidentemente avevano scelto il ponte come obiettivo. Inoltre la cronaca locale riporta un'azione di bombardamento su Colzé il 23 febbraio e un'altra il 2 marzo 1945. Dalle ancora vive testimonianze che si sono potute raccogliere presso i residenti del posto, all'epoca ancora dei ragazzini, si apprende che esso fu minato dai genieri tedeschi nella loro ritirata. Ma ormai le scarse scorte di esplosivo di cui disponevano i germanici, risultarono inadeguate per abbattere un ponte metallico. Fatte brillare le cariche, si constatò un leggero spostamento delle travature sui rulli d'appoggio e nulla di più. Almeno questo ponte rimase praticamente intatto dopo essere stato risparmiato dall'aviazione alleata.
In merito ad una delle incursione dei P-47, vi è il ricordo di un aereo proveniente da ovest che sganciò due bombe, una delle quali esplose sulla massicciata, l'altra invece non si attivò e c'è da ritenere che sia rimasta ancora sepolta nel terreno o sia stata recuperata e resa innocua. Di ciò fu testimone oculare il ragazzino della vicina fattoria, che, vinto dalla curiosità di assistere al bombardamento aereo, e quando mai si sarebbe ripresentato un evento così straordinario?, non entrò subito nel rifugio che era stato costruito presso la casa colonica e rimase per un po' all'ingresso, fornendo così ora questa preziosa testimonianza. I P-47 Thunderbolt potevano portare due bombe da 500 libbre ancorate su due piloni subalari sotto le semiali. Disponevano anche di un serbatorio ventrale supplementare di carburante che, venendo normalmente sganciato quand'era vuoto (o prima di ingaggiare uno scontro aereo per alleggerirsi), poteva essere scambiato per una bomba.